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Si parla tanto dei danni che gli incendi in Australia hanno creato a uomini e animali, ma che conseguenze per il mondo del vino? Lo abbiamo chiesto a Simone Pettinati, enologo e sommelier che ha lavorato diversi anni anche in Australia.

Simone

Vini di Fumo

di Simone Pettinati

Da dicembre 2019 l’Australia è fortemente colpita da incendi di inimmaginabili proporzioni ed intensità, che hanno duramente colpito e messo in difficoltà le comunità rurali, in modo particolare i viticoltori.

La natura degli incendi non è stata del tutto chiarita; molti dei roghi sono di origine dolosa, altri dovuti a fenomeni di autocombustione accidentali.

Le regioni di Adelaide Hills in South Australia e quella di Tumbarumba nel sud dello stato del New South Wales sono state le aree viticole più colpite. La regione vitivinicola di Adelaide Hills, ad est della città di Adelaide, ha perso il 30% della superficie vitata, e mentre produttori come Tilbrook Estate hanno perso tutto il raccolto, la cantina e il vino degli anni precedenti (potete contribuire su https://www.gofundme.com/f/save-tilbrook-estate-wines), altri produttori come Vinteloper e Henschke Wines hanno subito danni parziali ai vigneti.

È stato riportato dal Gruppo Industriale dell’Adelaide Hills Wine Region che circa 25.000 ettari di terra sono stati bruciati, di cui 1.100 ettari vitati.

Bottiglie accatastate Ondrej Verzich

Jared Stringer di Adelaide Hills Wine Region ha aggiunto che il valore commerciale delle perdite dovute ai roghi ammonta a 20 milioni AU$ per un totale di 794.000 casse di vino ovvero 47.64.000 bottiglie di vino!

Ma le preoccupazioni non finiscono qui: i “fortunati” che non hanno perso vigne o altre proprietà ora devono porre la massima attenzione alle uve rimaste.

Infatti il caldo intenso e la presenza di fumo, nella fase cruciale della maturazione delle uve, potrebbero contribuire ad un difetto noto come “smoke taint”. Lo smoke taint è una alterazione delle sensazioni organolettiche dovuta all’assorbimento, da parte degli acini, di composti fenolici originati da materia organica bruciata, legno in special modo. Le sostanze fenoliche vengono assorbite durante la respirazione cellulare e legate agli zuccheri dell’uva creando composti stabili e non aromatici. I fenoli vengono poi liberati durante la fase di vinificazione e invecchiamento, dando al vino sentori di bruciato, medicinale, cenere e fumo. Pertanto le uve dovranno essere campionate e testate per la presenza di questi composti aromatici, nella speranza che questi produttori possano tirare un sospiro di sollievo e di veder riconosciuto il duro lavoro e i sacrifici fatti fino ad ora.

Mentre si cercano possibili soluzioni alle variazioni climatiche estreme che stanno sconvolgendo varie regioni del Mondo, al momento si possono aiutare le aziende vitivinicole interessate con l’acquisto dei loro prodotti o con donazioni e rendendo le persone sempre più consapevoli dei danni che gli incendi possono creare, soprattutto quando originati da comportamenti irresponsabili, e per l’enorme impatto che hanno sull’economia locale e, tramite di essa, sulle comunità nonché per gli effetti negativi sugli animali tanto allevati quanto selvatici.

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